lunedì 22 dicembre 2025

Lethal Pileus: Origini

 


La primissima incarnazione dei Lethal Pileus, quando ancora si chiamavano I Mortali. Anno 1983. Disegnati su album/ bloc notes Pigna, erano personaggi di un'improbabile avventura infantile (avevo circa 8 anni). L'ultima vignetta li vedeva infine inevitabilmente sconfitti (in quanto cattivi), ma ancora capaci di congedarsi con un'ultima minaccia: "ci rivedremo"! 

Sono stati di parola, poiché nel 2002 ritornai misteriosamente a disegnarli, e questo fumetto, pensato e realizzato secondo metodi a dir poco primitivi, mi aiutò in una fase piuttosto dura della vita, sotto diversi punti di vista. 

Arrivarono persino delle inattese pubblicazioni.


1983, dicevamo. Ma non ci sarebbe stato alcun Lethal hats/ Lethal Pileus  senza l'incontro fortuito e fortunato con alcuni libri e giornalini. Tre in particolare: 

1) una storia dei Ronfi di Adriano Carnevali, pubblicata sul numero 39 del Corriere dei Piccoli (1982);

2) l'inserto sui funghi in quello stesso numero del CdC, corredato da foto, schede e illustrazioni di G. B. Bertelli;

3) Il grande libro della natura, a cura di Morris Parker Bertha, Arnoldo Mondadori Editore (1981).


Poi, a stretto giro, ricevetti in regalo una selezione del Reader's Digest, Guida pratica ai funghi d'Italia - in cui appresi con divertita meraviglia i nomi popolari di alcune specie ("Gonfidio viscido dal piede giallo" era per me assolutamente irresistibile) -, e i primi volumi curati da Bruno Cetto, I funghi dal vero.


Incontrai quindi i funghi innanzitutto da bambino, nelle fiabe, nelle foto, nelle schede e nelle illustrazioni scientifiche. La prima fascinazione nacque così. Poi la micofilia proseguì eccitata da altri incontri casuali, stavolta in vivo: i primi Coprinus comatus trovati col mio papà in un parco cittadino, da noi quindi ribattezzato "Parco dei Coprini"; una rara uscita sul Monte Maddalena (BS) nel primo autunno, quando trovai un Leccinum sp., un Craterellus sp. (forse cornucopioides) e una Amanita sp. (forse pantherina); occasionali splendide scoperte nel giardino dei miei zii in Valtellina. 


A seguito, un lungo oblio durato ben più di quindici anni, fino alla ri-fruttificazione dei primi anni Duemila. 


Citando Tzara, "ognuno si fa l'arte che gli pare".  Fumetti inclusi.


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